LA BIBLIOTECA DEI SUSSURRI di Desy Icardi

Autore: Desy Icardi

Editore: Fazi

Collana: Le strade

Anno edizione: 2021

In commercio dal: 2 dicembre 2021

Pagine: 350 p., Brossura

EAN: 9791259670311

Finalmente sono riuscita a leggere il terzo capitolo della pentalogia sensoriale di Desy Icardi. Dopo “L’annusatrice di libri” (olfatto), “La ragazza con la macchina da scrivere” (tatto) ed il racconto di Natale “Il fantasma del lettore passato”, l’autrice ci ha regalato quest’altro bellissimo romanzo, il cui udito è il senso conduttore di tutta la vicenda.

[Per le recensioni: http://labibliatra.altervista.org/lannusatrice-di-libri-di-desy-icardi/

http://labibliatra.altervista.org/la-ragazza-con-la-macchina-da-scrivere-di-desy-icardi/

http://labibliatra.altervista.org/il-fantasma-del-lettore-del-passato-di-desy-icardi/ ]

“ Aveva la forma di un casolare di campagna, la mia casa, anche se si trovava in città, a un paio di chilometri dal centro di Torino. Era circondata da un piccolo prato e da alti palazzi che si facevano sempre più numerosi e prossimi, e che col tempo finirono col soffocarla.

Ma nel 1971, quando avevo sei anni, la mia casa ancora respirava l’odore fresco dei prati e il sentore salmastro della Dora che vi scorreva sul retro, talvolta quieta e trasparente, talaltra irruente e torbida.”

Dora, una bambina di sei anni, vive in una casa nella periferia torinese sul fiume Dora, accogliente e rumorosa, insieme ai genitori, gli zii, il cugino e la prozia, chiamata “Dorina degli Spifferi” in quanto in grado di udire le voci dei defunti nelle cosiddette “Case lamentose”.

“Il far fracasso con le nostre voci sguaiate e i gesti noncuranti ci ricordava che eravamo vivi e che stare al mondo, tutto sommato, era una cosa piacevole.”

Dorina sembra aver sviluppato la stessa sensibilità della sua omonima prozia ed insieme riescono a percepire la presenza di “Catlina”, la morte, che costantemente visita la loro casa, in attesa del trapasso della zia Maddalena, malata di cuore.

Quando, però, inaspettatamente Catlina si porta via lo zio Bruno, personaggio dalla vita avventurosa e movimentata, Dorina e suo cugino Fulvio trovano consolazione nella lettura. Frequentando la Biblioteca Civica di Torino s’imbattono in uno strano personaggio, a noi lettori dell’Icardi molto noto e tanto amato, l’avvocato Ferro.

“L’avvocato Ferro è una vera leggenda tra i lettori della biblioteca, di lui si dice che abbia incominciato a leggere a soli tre anni e che sia risoluto a non morire prima di averne compiuti centotré, cioè un secolo tondo di lettura. Si racconta anche che possieda una ricchissima biblioteca privata, una grande camera con le pareti completamente ricoperte da librerie che tuttavia non bastano a contenere tutti i suoi volumi; così ogni tavolo, sedia, davanzale  della stanza è occupato da pile di libri. Persino dal pavimento pare s’innalzino colonne di libri alte più di…”

I due cugini fanno breccia nel cuore dell’avvocato che si assume l’onere di fare di loro due attenti e accaniti lettori, e prede soprattutto in simpatia la piccola Dora

“Se è vero che ogni essere umano ha uno scopo da perseguire su questa terra, il mio è quello di creare nuovi lettori e tu, giovane Dora, sarai probabilmente la mia ultima creazione. Chissà, forse persino il mio capolavoro.”

A lei piacciono quelle mattinate trascorse in Biblioteca a leggere e scoprire mondi sconosciuti

“Il momento che preferivo delle nostre mattinate in biblioteca era quando l’avvocato, Fulvio e io leggevamo ognuno il proprio libro e, protetti dalla cappa di silenzio che ci sovrastava, avvertivo il quieto frusciare dei nostri pensieri che immaginavo innalzarsi verso il soffitto come bianche volute di fumo.”

L’avvocato Ferro non solo dispensa consigli sui libri da leggere, ma cerca di instillare curiosità e sapienza nella piccola Dora. Ci sono tantissime frasi che l’autrice fa dire all’avvocato che non solo sono perle di saggezza, ma in cui noi lettori ci ritroviamo perfettamente. Elencarle tutte in questo scritto sarebbe impossibile, ma è stato il motivo per cui ho protratto l’uscita della recensione, dare a quel sparuto pubblico delle mie pagine social la possibilità di leggere e innamorarsi delle frasi di questo romanzo.

“<<Nulla è per caso quando ci sono di mezzo i libri! Probabilmente è stato il libro a scegliere te. Non guardatemi così, mie care>>, disse notando i nostri sguardi sorpresi. <<Tra lettori e libri si instaura una sorta di attrazione reciproca, un’affinità elettiva, per parafrasare il romanzo di Goethe. Il vero lettore talvolta entra in libreria per acquistare un certo titolo, poi però un altro libro lo chiama da uno scaffale. I libri hanno una voce e quando si sente conviene badarle, perché il libro che ci chiama è certamente quello del quale in quel momento abbiamo più bisogno>>”

A me è capitato moltissime volte!!!…

E vogliamo parlare delle strane coincidenze che capitano leggendo un libro? Parlavo con un amico della “Corale 147” di Bach ed ecco che riapro il romanzo e leggo

“<<Quella che senti è la Corale 147 di Bach,>> mi spiegò con naturalezza, come se Bach e le sue corali si studiassero alle scuole elementari insieme alle tabelline. <<Non è un motivo molto comune per i carillon; quasi tutti usano Per Elisa di Beethoven o la Ninna Nanna di Brahms. Mia madre da bambina lo teneva sul tavolino da notte e lo usava per farsi accompagnare dalla veglia al sonno e quando divenne madre escogitò un sistema per indurmi a smettere a comando: dopo avermi rimboccato le coperte caricava il carillon e mi permetteva di leggere sino a quando non terminava di suonare. Nonostante sia stato un gran guastafeste, sono molto affezionato a questo cofanetto musicale.”

E ancora oggi mi chiedo se sia stata coincidenza o qualcos’altro…

Ma ritorniamo a Dora!

La vita ci riserva però sempre delle sorprese, delle nuove prove da affrontare e la piccola Dora è costretta ad emigrare in Svizzera, insieme ai suoi genitori. È difficile abbandonare la casa natia, gli affetti, le abitudini consolidate, ve lo dice una che fatica ancora a prendere atto di tutto questo. Costa impegno e dolore, e tanta pazienza e forza di volontà.

E così, l’avvocato, che non vuole perdere l’occasione di formare una giovane lettrice, escogita un piano: le scrive delle lettere che Dora aprirà nel corso della sua vita

“<<Vedi Dora, è stato per battere il tempo sul tempo…>>, si concesse una breve pausa per gustare il gioco di parole, << che ho elaborato un piano che mi consentirà di continuare a perseguire l’obbiettivo di fare di te una grande lettrice>>.

Sciolsi il nastrino ed esaminai le buste: ce n’erano una trentina e sul retro di ognuna era riportata una data, due o tre lettere l’anno per circa dieci anni.

<<Dentro ogni busta, troverai una lista di romanzi pensati per diversi momenti della tua vita. Bada bene, però: i titoli non sono ordinati per difficoltà crescente – sai che non credo al somministrare le storie in base all’età – bensì li ho pensati per i diversi stati emotivi che si attraversano durante la crescita; ecco perché ogni busta ha una data, affinché tu possa ricevere la giusta lettura nel momento in cui più ne avrai bisogno… Con le dovute eccezioni, ovviamente: l’esistenza, come la trama di un buon romanzo è sempre imprevedibile>>.”

Ogni lettera contiene una lista di quattro titoli accomunati da un tema legato all’età di Dora; dopo la prima, “la lista dei nuovi mondi”, seguono “la lista di letture natalizie”, “la lista dei viaggiatori dispersi”, “la lista dei fuori posto”,  “la lista degli innamorati”, “la lista dell’attesa”.

E Dora, così, riuscirà ad avere sempre uno “spirito guida” che le indicherà la giusta strada nel lungo e accidentato percorso di crescita e noi lettori la seguiamo, bramosi di conoscere cosa ne sarà di lei.

Prima di concludere vorrei soffermarmi ancora su un aspetto che, da accanita lettrice ho condiviso con l’avvocato Ferro.

“Ho preso delle precauzioni per favorire il mio trapasso in buona compagnia. Nel mio letto, sotto al guanciale e sul tavolino accanto alla mia poltrona da lettura ho sistemato una copia del romanzo che più amo. Bada: ho detto <<il romanzo che più amo>>, non <<il mio preferito>>, che quello, in cento anni di letture, non sono riuscito a decidere quale sia e credo che non mi basterebbe un ulteriore secolo per prendere una decisione in merito.

Quando sentirò la fredda mano della morte poggiarsi sulla mia spalla, allora aprirò il mio amato libro e comincerò a leggere, così avrò l’onore di spirare insieme alla mia cara Madame Bovary.”

Sono una lettrice che, benché prediliga alcuni libri su altri, trova molto difficile non innamorarsi di volta in volta, romanzo dopo romanzo, dei protagonisti e delle storie che sta leggendo, tanto da non sapere mai quale sia il mio preferito, concordo pienamente con l’avvocato. Sono ancora giovane, spero di poter avere i piedi su questa Terra ancora per molto, ma non si sa mai, è da tempo che, proprio come l’avvocato, ho chiesto ai miei familiari di seppellirmi, un giorno, con quella determinata copia di quel determinato romanzo che è spesso consolazione dei miei periodi più bui. Voglio lui con me, al momento del trapasso, ci penso da anni, un caro amico che rassereni la mia discesa agli inferi.

“La biblioteca dei sussurri” è, dunque, un romanzo che parla di libri, un vero e proprio inno alla lettura, insieme a Dora ho ripercorso la mia stessa formazione letteraria, dal “Giornalino di Gian Burrasca” a “Madame Bovary”, passando attraverso i “i dolori del giovane Werther” o alla mia amata Jane Austen.

Un romanzo di formazione da far leggere a tutti i ragazzi e da leggere soprattutto noi, lettori accaniti che, prendendo spunto dall’avvocato Ferro, dovremmo cercare da assurgerci a guida e indirizzare le menti dei nostri giovani amici.

“<<Noi lettori abbiamo una grande fortuna>>, riprese dopo alcuni profondi colpi di tosse. <<Leggendo possiamo vivere molte vite e avvantaggiarci delle esperienze di infiniti personaggi. Noi lettori non ci lasciamo turbare dagli eventi, perché sappiamo cos’è un colpo di scena e quanto sia importante per dare ritmo a una storia; siamo in grado di sostenere ogni fardello perché ci siamo allenati facendoci carico di quelli dei personaggi che abbiamo amato: conosciamo la disperazione del giovane Werther, il senso di inadeguatezza di Jane Eyre e la noia di Emma Bovary. Noi lettori sappiamo fronteggiare ogni problema, perché l’abbiamo già affrontato seguendo la scia d’inchiostro tracciata dai grandi autori del passato>>.”

 

Citazioni tratte dal romanzo, pubblicate sui miei profili Facebook e Instagram 

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