JANE AUSTEN UNA SCRITTRICE ANTICONFORMISTA E RIBELLE NELLA VITA E NELLE SUE OPERE di Ofelia Ott

 

Editore: RBA Italia

Collana: Grandi donne

Anno edizione: 2019

In commercio dal: 15 Marzo 2019

Pagine: p 185

 

Questa biografia fa parte di un progetto più ampio, la collana editoriale di RBA Italia “Le Grandi Donne”, dedicata a figure femminili di rilievo che si sono contraddistinte per le loro competenze specifiche. Collana che, purtroppo, ho deciso di non acquistare in toto, ma limitatamente a qualche personaggio da me più amato.

Nulla conosco della sua autrice, Ofelia Ott e niente sono riuscita a reperire cercando sul web, rimane per me un mistero, ma dalla lettura deduco che sia una conoscitrice della Austen.

È una biografia romanzata, differente dalle altre che ho letto sulla stessa autrice. Comprendo il motivo per cui sia stata scelta questa, rispetto ad altre, forse più famose. È  principalmente incentrata sul lato per così dire “letterario” della scrittrice. Trascura, in realtà, una serie di aspetti della personalità della Austen, così come non fa menzione o accenna soltanto alcuni aneddoti della sua vita, marginali rispetto al racconto. La Ott, infatti, si sofferma soprattutto sul percorso pieno di ostacoli affrontato dalla Austen per diventare scrittrice.

Parte dall’infanzia felice, in cui non solo è amata dai suoi familiari ed in particolare da suo padre, ma sottolinea come, a differenza delle sue contemporanee ha avuto un’educazione così libera, tanto da aver illimitato accesso alla biblioteca paterna, “, con la piena libertà di leggere e, anche, di discutere”, pur essendo una giovane donna.  Suo padre “si rallegrava per le sue doti intellettuali e la sua creatività” e questo fu sicuramente uno stimolo per lei, oltre, ovviamente, al suo talento.

Ha però dovuto lavorare duramente e lottare affinché  vedesse realizzato il suo sogno, la pubblicazione dei suoi romanzi ed il conseguente successo. “La scrittura – e non l’amore –continuò ad essere la preoccupazione principale e il bene più prezioso di Jane”, in un mondo in cui essere nubile era una calamità lei scelse volontariamente di dedicarsi ai suoi libri, come figli per lei.

Attraverso la sua scrittura ironizzava, ma nello stesso tempo poneva un accento sulla condizione della donna contemporanea, alla quale lei stessa non aveva voluto piegarsi. Donna tanto caparbia e tenace da dover accettare di dedicare “Emma” al principe reggente, ma aggiunse “obbediente umile serva”, a sottolineare la sua costrizione.

Sebbene abbia letto, nel corso degli anni, biografie di Jane Austen molto più approfondite e dettagliate, questa non mi è assolutamente dispiaciuta, forse perché ha fatto capolino la parte più “femminista” del mio essere, leggendo questo libro.

La scrittura è semplice e molto scorrevole, in definitiva una lettura piacevole.

VOTO: 7/10

 

“Il suo sguardo era capace di apprezzare i più piccoli dettagli nell’aspetto delle altre persone, come se si trattasse dei personaggi delle sue storie, perché le piaceva trasformare i suoi parenti stretti in protagonisti delle sue storie ed opere. La sua sagacia si trasformava anche quando conversava per ore con la sorella […]”

 

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