JANE AUSTEN SOCIETY di Natalie Jenner

Traduttore: Maria Elena Salvatore

Illustratore: Paissan Moreno

Editore: Vintage Editore

Collana: Gli imperdibili

Anno edizione: 2021

In commercio dal: 21 aprile 2021

Pagine: 300 p., ill. , Brossura

EAN: 9791280466020

Si sa, ogni lettore ha il suo libro del cuore a cui ciclicamente ritorna per rigoderne la lettura. “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen è il mio! Se in adolescenza era, forse, l’aspetto romantico della trama a farmelo amare, con il passare degli anni è stata lo stile ironico e irriverente dell’autrice a catturare di più il mio interesse.

Uscito nel marzo 2020 in inglese, “Jane Austen Society”  di Natalie Jenner aveva da subito catturato la mia attenzione, soprattutto perché avevo letto dei commenti estremamente positivi e mi torturavo perché la mia conoscenza dell’inglese non è assolutamente così fluida da permettermi di leggere un intero romanzo in lingua. Aspettavo, speravo e incrociavo le dita che prima o poi qualche editore italiano lo pubblicasse. E quale gioia quando ho scoperto che sarebbe stato pubblicato dalla casa editrice con cui collaboro, la “Vintage Editore”. La mia già profonda stima nei loro confronti, non fa, quindi, che aumentare sempre più.

L’edizione fa parte della collana “Gli imperdibili” , con una veste grafica differente rispetto alle altre collane della casa editrice, include anche alcune illustrazioni di Moreno Paissan, che abbiamo avuto modo di conoscere e apprezzare già con “PICCOLE DONNE ALBUM DA COLORARE” della stessa Vintage Editore [ http://labibliatra.altervista.org/piccole-donne-album-da-colorare-disegnatore-moreno-paissan/]

“Era sdraiato sul basso muro di pietra, le ginocchia tirate in su e la schiena contro la roccia. Il canto degli uccelli trafiggeva l’aria del primo mattino con piccoli stridii che gli martellavano il cranio. Disteso lì, immobile, il viso rivolto verso il cielo, poteva sentire la morte tutta intorno a sé nel piccolo cimitero della chiesa. Doveva sembrare egli stesso un’effigie che riposa in cima a un muro, come scolpito nel silenzio permanente, un quieto sepolcro.”

Chawton, Hampshire, giugno 1932, il contadino Adam Berwick, in un momento di riposo dal suo lavoro, incontra per caso una turista americana fan di Jane Austen che è giunta lì per seguire le tracce dell’amata autrice, ma si è persa e Adam le dà indicazioni. Lui, come tanti altri abitanti del villaggio, non ha mai letto i romanzi della Austen e la turista insiste affinché legga queste opere. Incuriosito Adam andrà in biblioteca e resterà folgorato dagli scritti dell’autrice.

“L’aveva fatto scivolare con discrezione sul bancone dei prestiti della biblioteca solo due giorni prima.

Scorreva veloce.

Ma per quanto lo divertisse, allo stesso tempo quel libro lo confondeva.

Più che altro pensava al personaggio del padre: era convinto che passare tutto il tempo libero barricato in biblioteca, o indulgere al suo umorismo a spese degli altri, non mettesse in buona luce Mr Bennet. Mrs Bennet era molto più facile da capire, ma c’era qualcosa a proposito della famiglia Bennet che era ancora equivoca, in un modo che non ricordava di aver incontrato prima in letteratura. Almeno non in una grande famiglia.”

Da quel momento Adam ogni inverno rileggerà i sei romanzi della Austen. Ma ad un certo punto questo non gli basta più, sente l’esigenza di dover fare di più, di salvaguardare l’eredità della scrittrice.

A Chawton non tutti amano Jane Austen e soprattutto non sopportano il via vai dei turisti che si aggirano per il villaggio. Ma c’è qualcun altro, invece, che come Adam ama le sue storie che legge e rilegge per alleviare le proprie sofferenze.

“C’era qualcosa nei suoi libri preferiti che le dava un enorme conforto e persino una strana sensazione di controllo, anche se non riusciva a capire il perché. Sapeva solo che non voleva investire il suo tempo per cercare di capire un mondo nuovo, trovare qualcuno che le piacesse e in cui potesse credere e sopportarne le conseguenze se fosse finita in tragedia, ma anche se così non fosse stato.”

Al termine della seconda guerra mondiale il solitario dottor Benjamin Gray, la giovane vedova Adeline Grover, l’attrice hollywoodiana Mimi Harrison, la discendente di Jane Auste Frances Knight e la sua domestica Evie Stone, l’avvocato Henry Forrester, il banditore d’asta Yardeley Sinclair e Adam Berwick fondano la Jane Austen Society. Un gruppo variegato di personaggi ben delineato dalla penna di  Natalie Jenner. Ognuno di loro ha una storia personale differente da quella degli altri componenti della Society ed è importante il racconto delle loro storie di vita narrato dall’autrice, fondamentale per comprendere meglio ogni aspetto del carattere dei personaggi e per potersi affezionare a loro. Hanno tutti in comune l’amore per la lettura ed in particolare per Jane Austen.

“Noi amiamo Jane Austen perché i suoi personaggi, per quanto briosi siano, non sono migliori o peggiori di noi. Sono così perfettamente e completamente umani. Io per primo trovo consolatorio il modo in cui lei aveva inquadrato il mondo intero.”

La mia preferita? Forse è la giovane Evie, costretta ad abbandonare la scuola, viene assunta alla Great House, dove ha libero accesso alla biblioteca e lei non solo sfrutta questa possibilità per leggere i libri, ma cataloga con uno scrupolo da studiosa tutti i tomi in essa contenuti. E questo servirà tantissimo alla Jane Austen Society.

“Evie aveva separato su due scaffali vicini i volumi più importanti per lei, che erano anche i più difficili da valutare. Essi comprendevano una prima edizione della pubblicazione postuma del 1817 di ‘Persuasione’ e ‘L’Abbazia di Northanger’, con la prefazione del fratello di Jane, James. Vi erano anche inscritte le prime edizioni dei libri pubblicati che la Austen aveva scritto e vissuto abbastanza a lungo da veder pubblicati, alcuni dei quali ancora con le semplici e fragili copertine originali, il che li rendeva ancora più rari delle versioni rilegate su misura e più diffuse sul mercato dell’epoca. C’era la misteriosa stampa di ‘Emma’ del 1816 a Philadelphia, che in qualche modo si era fatta strada oltreoceano; le prime edizioni di ‘Pamela’ di Samuel Richardson e ‘Camilla’ di Fanny Burney, e ‘Corinne’ di Madame de Staël; e una prima edizione in francese della ‘Divina Commedia’ di Dante. Una terza edizione in folio della raccolta delle opere di Shakespeare, non poteva nemmeno essere stimata adeguatamente, tanto era rara secondo la ricerca che Evie aveva condotto una domenica pomeriggio al British Museum. E, cosa ancora più sorprendente, c’era la lettera di Jane a Cassandra che Evie aveva trovato  il precedente settembre nascosta all’interno di un vecchio libro di testo germanico. Una lettera di cui il mondo non conosceva l’esistenza. Una lettera che rispondeva ad alcune domande che gli studiosi si erano posti per decenni, e che ne sollevava molte altre.”

Tantissimi sono i riferimenti ai romanzi e ai personaggi creati da Jane Austen e molto spesso viene fatta un’analisi acuta e interessante delle opere e dei personaggi. Tra le tante ne ho ritrovata una che nel mio club di lettura ogni tanto riaffiora, creando delle vere fazioni pro e contro Henry Crawford. Questo a riprova di come ancora oggi la scrittura di Jane Austen riesca a suscitare interesse e “baruffe letterarie”.

“<<Il lettore sa già tutto questo. Credo davvero che la Austen qui abbia fatto un passo falso: credo che in realtà lei volesse reagire contro Willoughby. E credo anche che a lei piacesse Henry Crawford.>> Jack la guardò confuso. <<Henry Crawford, di Mansfield Park, ti ricordi? Comunque, io credo che una parte di lei volesse che noi li perdonassimo, o che almeno ci dispiacessimo per loro. Penso sia qui che la sua sincerità religiosa si sia messa in mezzo. Solo il cielo sa quanto Fanny Price fosse l’emblema di tutto questo. Ma se Willoughby sta sicuramente mirando all’espiazione per i suoi…>>”

La trama e gli stessi protagonisti del romanzo potrebbero essere usciti dalla penna di Jane Austen (e questo per me è più che un complimento!), e, a mio parare, alcuni di loro sono ricalcati su quelli della famosa scrittrice, è stato divertente per me creare alcuni paragoni. Non ve li svelerò per non rovinarvi il gusto della lettura, ma vi consiglio di cercarli.

Potrei parlarvi ancora di tanto altro perché questo romanzo mi ha letteralmente catturato, non riuscivo ad abbandonarlo facilmente, infatti l’ho letto quasi tutto d’un fiato. Una trama ricca anche di mistero e di complotti che saranno infine svelati, l’autrice, infatti “semina” indizi qua e là nel romanzo e il lettore pian piano vedrà  palesati i segreti nascosti. Un romanzo che contiene in sé tantissime attrattive, che può piacere anche a chi non conosce Jane Austen. Con una scrittura scorrevolissima e accattivante , una lettura che ammalia e avvince, Natalie Jenner ha narrato una storia che conquista i cuori dei lettori, che non possono far altro che caldeggiare le vicende dei protagonisti della storia. Del resto cosa c’è di più bello di un libro che parla di libri?

Grazie alla Vintage Editore per averlo pubblicato in Italia.

“Adeline e il Dottor Gray avevano sempre amato la scrittura di Jane Austen e potevano restare a parlare per ore dei suoi personaggi, ma adesso i suoi libri alleviavano anche il loro dolore.

Parte dl conforto che traevano dalla rilettura di quei romanzi era la soddisfazione di sapere che ci sarebbe stata una fine. Sentire, ogni volta, un’inspiegabile ansia mentre si arrivava a scoprire se il personaggio principale avrebbe trovato l’amore e la felicità, mentre nel frattempo erano consapevoli, attraverso piccole tracce interne, che tutto alla fine si sarebbe sistemato. Essere allo stesso tempo un passo avanti ai personaggi e un passo indietro alla Austen, a ogni singola lettura.” 

Citazioni tratte dal romanzo, pubblicate sui miei profili Facebook e Instagram

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