DOMANI VIENE SEMPRE DI LUNEDÍ di Armando Capozza

Editore: Scazzum vivendi

Anno edizione: 2019

Pagine: 326 p.

ISBN: 979-12-200-3784-6

 

Ultimamente, complice il club di lettura e varie presentazioni con l’autore, mi sono ritrovata a leggere autori contemporanei e questa volta ho avuto modo di approcciarmi ad un libro di uno scrittore emergente. Sebbene sia una fervente appassionata di letteratura classica, amo gli emergenti, i loro libri, se scritti bene hanno un sapore diverso, sanno di speranza, di “freschezza”!

La storia di come mi sono ritrovata a leggerlo è simpatica, in una giornata uggiosa e soprattutto piena d’intoppi vengo contattata dall’autore di questo libro che, invece di chiedermi semplicemente una collaborazione fa un giro di parole…ero inc…ta col mondo e di primo acchito non comprendo e chiedo “in che senso”?

Si spiega meglio, nel frattempo vado a vedere il suo profilo e scopro il suo nome…c’è qualcosa nella sua anagrafica, non vi dirò esattamente cosa, che mi ha ricordato un mio ex fidanzato che, in quanto ex, ha subito la damnatio memorie e…tanto altro…

Insomma la giornata era partita maluccio e continuava male!!!

Sono stata estremamente acida con lui e colgo l’occasione per scusarmene, ho messo subito in chiaro che ero disponibile alla recensione, ma che, chiaramente “a suo rischio e pericolo”, avrei pubblicato l’articolo anche qualora il libro non mi fosse piaciuto. Lui ha placidamente accettato.

Avevo in lista d’attesa alcuni libri e appena ho potuto ho iniziato a leggere il suo.  L’autore ha compostamente aspettato “il suo turno”, senza disturbarmi o pressare per sapere cosa pensavo del suo libro, nel corso della lettura.

Cento punti a favore di Armando Capozza!!! Non ha ricevuto neanche l’anteprima di questa recensione, la leggerà insieme a tutti gli altri!

Il romanzo è concepito come una sorta di diario per cui ogni capitolo è contrassegnato dalla data in cui si svolgono i fatti narrati, ma la vicenda è descritta in terza persona. Seguendo uno schema circolare il prologo ed epilogo sono ambientati nel 1996, mentre il resto del libro venticinque anni prima, nell’aprile del 1971.

Il romanzo narra le vicende di quattro persone, molto differenti tra loro che si ritrovano a condividere alcuni giorni della loro vita nella città di Muzzano; una città d’invenzione dell’autore, che però a me ricorda tanto una bellissima città della mia regione, la Puglia. È sicuramente idealizzata, tant’è vero che il “mostro” che attualmente nella realtà sta ancora uccidendo molte persone a causa delle emissioni nocive, nel libro venticinque anni dopo la vicenda narrata è stato chiuso…peccato che non si viva nel mondo descritto dall’autore…

Il giornalista Franco Civitano, detto Chivo, giunge nella sua città natale dove deve presenziare ad un convegno politico, per conto del giornale per cui lavora. A Muzzano trova ad attenderlo un vecchio amico del direttore del giornale, Eliseo Basile, chiamato  Lisino, che ha il compito di accompagnarlo in giro per la città.

Casualmente Chivo incontra un’amica dei tempi dell’università Sofia, anche lei a Muzzano per il congresso. In occasione della conferenza ai tre si unirà un quarto personaggio, Estevão Soares, per tutti Steve.

Il simposio, che si tiene nella zona più antica della città, l’isola,  viene interrotto da un manipolo di uomini armati che prendono possesso dell’isola, fanno una sorta di colpo di stato. I quattro riescono inizialmente a non essere arrestati, scappando e rifugiandosi nel bar di proprietà di Lisino. Qui cercheranno di resistere e capire esattamente cosa sta succedendo fuori. In un tentativo di fuga però viene catturato Steve e qualche giorno dopo anche gli altri tre. I lunghi giorni trascorsi nell’inedia prima nel bar e poi in carcere daranno modo al lettore di conoscere meglio i personaggi. Grazie all’espediente dei ricordi, flashback, sogni e discorsi fra loro l’autore riesce a farci un quadro completo dei personaggi, tutti a loro modo atipici. Il mio preferito è Lisino, che con i suoi motteggi, modi di dire, giochi di carte e frasi sconclusionate riesce a tirar su di morale gli altri malcapitati. È sua la frase che dà il titolo al libro, “domani viene sempre di lunedì” e ne dà anche una puntuale spiegazione:

“- Eh, figlia mia, che domani viene sempre di lunedì.

  • Come, scusa?
  • – Chivo traduci – disse Lisino per coinvolgerlo un po’, vedendolo spegnersi di nuovo.
  • Questo non lo conosco nemmeno io – disse Chivo, più simile ad una persona con molto sonno che a una sofferente.

Lisino abbandonò per una volta, la posa da narratore e spiegò: – Scusa, ma tu quando inizi una dieta, quando la inizi? Lunedì. Quando ti stai riposando dal lavoro, che giorno è domani? Lunedì. La morale è che quando non ti sembra che possa peggiorare, può eccome.

  • L’hai inventato tu questo, dì la verità. – disse Chivo, aprendo gli occhi.
  • Sì.”

 Riusciranno i quattro a fuggire da questo incubo? E capiranno chi si cela veramente dietro al golpe e quale reale fine aveva?

Potrete capirlo solo leggendo anche voi questo libro, come sempre non svelerò il finale.

La scrittura è semplice e veloce, in alcuni punti caratterizzata da una sottile vena ironica, tanto raffinata che in alcuni casi bisogna rileggere la frase per poterla cogliere a pieno, a causa della sua causticità.

 

Ve lo consiglio, a me è piaciuto, si legge facilmente ed unisce la suspance a momenti di vero e proprio spasso, sebbene, infatti, la storia non sia comica, vi sono, disseminate qua e là battute ed espressioni alle quali non si può non sorridere.

La frase del libro che più ho amato e che è diventata ormai un mio

motto è quella scritta sul muretto del porticciolo della città:

“il mare è l’unica alternativa seria a questa vita di merda”.

 

 

 

 

 

 

Precedente SO CHE UN GIORNO TORNERAI di Luca Bianchini Successivo LASCIAMI L’ULTIMO VALZER di Zelda Fitzgerald