CORPO E ANIMA di Frank Conroy

Autore: Frank Conroy

Traduttore: Marco Rossari

Editore: Fandango Libri

Anno edizione: 2022

In commercio dal: 21 ottobre 2022

Pagine: 568 p., Brossura

EAN: 9788860446404

Entrata in libreria per un altro acquisto, questo romanzo, o meglio inizialmente la sua copertina, ha immediatamente catturato la mia attenzione. Uno di quei libri che ti chiamano, che vogliono essere letti… Leggendo, in effetti, la sinossi mi sono resa conto che avrebbe potuto essere un libro a me gradito. Così, appena è stato possibile, mettendo in secondo piano l’acquisto per cui ero entrata in libreria, ho iniziato a leggerlo.

“Fu dalla finestrella a mezzaluna nell’appartamento seminterrato che lanciò il primo sguardo verso il mondo esterno. Balzava sul tavolo e passava ore e ore a sbirciare tra le sbarre le gambe e i piedi dei passanti scorrere lungo il marciapiede: la sua mente infantile restava incantata a contemplare i ritmi e i tempi variabili delle gambe e dei piedi che transitavano nel suo campo visivo.”

Il romanzo è suddiviso in tre parti.

La prima, la più poderosa, è incentrata sull’infanzia del protagonista, Claude Rawlings, un bambino che nella New York degli anni quaranta vive quasi del tutto isolato nel seminterrato che condivide con sua madre. Il suo svago preferito è quello di guardare la gente passare dalla finestrella dell’appartamento.

“Spesso, quando si staccava dalla finestra, cominciava a riflettere sui concetti nebulosi di direzione, volontà, cambiamento e infine sull’esistenza di ciò che non vedi.”

Un giorno, però, scopre in uno stanzino la presenza di un pianoforte.

“Claude passava quasi tutto il giorno nello stanzino al pianoforte: faceva dei suoni e li ascoltava. Aveva imparato a tirare fuori piccole melodie – a volte fraseggi che arrivavano dalla radio, a volte pezzi di sua invenzione – e a suonarle a ripetizione finché non gli facevano male le dita. Quei suoni lo rassicuravano, gli davano uno strano sollievo, e la ripetizione ne aumentava l’effetto.”

[…]

“Il pianoforte era un enigma. Perché c’erano i tasti neri e perché erano distribuiti a quel modo, a gruppi di due o tre? Com’era che se premevi le note bianche dal do al do (anche se non conosceva il nome delle note, anzi nemmeno sapeva che avessero dei nomi) il suono sembrava giusto, ma se premevi le note dal mi a mi sembrava sbagliato? Si metteva lì seduto e suonava la scala a ripetizione – un’ottava, due ottave,  su e giù, i bassi, gli acuti – provando uno strano compiacimento. Il suono stesso sembrava avvolgerlo in una specie di mantello protettivo, incapsularlo in una bolla di energia invisibile.”

Grazie a Mr. Weisfeld, ex musicista e proprietario del negozio di strumenti musicali del quartiere, Claude inizia a studiare musica e avrà la fortuna di poterlo fare con i migliori tra gli insegnanti di pianoforte.

La musica diventa così per lui lo scopo primario e fonte di sacrificio e ispirazione, ma soprattutto di vita.

“Solo quando era dentro la musica, immerso nella musica, si sentiva davvero al sicuro. Solo la musica aveva il potere di tirarlo fuori da sé e liberarlo dal fardello di se stesso.”

Grazie ad essa, inoltre, riuscirà ad avere borse di studio per frequentare le migliori scuole e riuscire, quindi, anche ad evadere da quell’isolamento che aveva caratterizzato gran parte della sua infanzia.

Nella seconda parte e nella terza parte del romanzo seguiamo la crescita e l’evoluzione di Claude nell’età adolescenziale e poi adulta, il suo affermarsi come uomo e musicista.

“Aveva passato metà della notte a fare l’amore con Eva, e “Adesso il mondo sembrava un posto nuovo. Tutto sembrava rifatto da capo: la saliera e la pepiera, il sole che spuntava dalla finestra alle sue spalle, l’acciottolio che arrivava dalla cucina, le sue stesse mani sottili. Si sentiva così bene che immaginava la felicità irradiarsi verso l’esterno dai confini del suo corpo.”, e si stupì che la cameriera non se ne accorgesse. E Beethoven! Sentì di nuovo la musica. Beethoven!”

Talvolta, il narratore onnisciente, soprattutto nell’ultima parte, ci fornisce anche qualche breve informazione sulle vicende della vita di Claude che accadranno dopo il termine del romanzo.

Una storia lunga quasi quanto una vita che racconta anche le fragilità che ognuno di noi incontra nel corso della nostra esistenza.

Particolare e molto bella è la narrazione del rapporto che Claude instaura con Mr. Weisfeld, non solo un insegnante, non solo un amico, ma un maestro di vita, un padre a cui potersi rivolgere in ogni occasione. Una relazione quanto mai intima e complessa, tenera e delicata, proprio come quella che dovrebbe sempre instaurarsi tra genitori e figli. Assume ancora più valore in contrasto con altri rapporti genitori/figli presenti nel romanzo che sono esattamente l’opposto di ciò che dovrebbero essere. Ma dopotutto i romanzi devono rispecchiare la realtà che spesso, purtroppo, non è così benevola…

Sebbene piacevole e scorrevole, la lettura non è stata semplice, sono contenute alcune parti molto dettagliate di nozioni di musica, veri e propri tecnicismi musicali, che, ad un lettore a digiuno, potrebbero risultare un po’ pedanti. Del resto il libro è poderoso, consta infatti di ben 568 pagine. Nonostante ciò ho amato questo romanzo, in tutte le sue molteplici sfaccettature, non solo la trama in sé e per sé, ma anche quella sorta di educazione alla musica in essa contenuta. Il mio consiglio, infatti, è di cercare di associare la lettura all’ascolto di tutte le opere e canzoni che in esso sono citate. Il romanzo, così, infatti, diventa anche una sorta di viaggio attraverso la storia della musica, spaziando tra molteplici stili ed autori. Di seguito vi lascio il link di due dei brani che più ho amato leggendo questo romanzo… Contraddicendo me stessa e quello che ho sempre affermato in precedenza, uno dei due è proprio di Mozart, musicista che solitamente non prediligo, ma proprio ascoltando il concerto per due pianoforti K 365 in mi bemolle maggiore, ho rivalutato la sua musica, forse…

https://www.youtube.com/watch?v=O9jL_HSqpoQ

https://www.youtube.com/watch?v=td_aGvcU5lM

Talvolta la lettura di ottimi libri serve anche a questo, ad aprire di più la mente e a rivedere certe posizioni che, forse anche a causa dell’età, sono cambiate…

Un romanzo, quindi, che consiglio caldamente a chi, oltre ad amare una buona lettura ama anche la buona musica.

“La musica è qui! La musica è stata qui da sempre e sarà qui per sempre! Era molto più grande della vita, così ineluttabilmente forte, un segno così potente che esisteva una specie di paradiso in Terra e che ogni altra cosa veniva spazzata via. Lo capì in un lampo. In un nanosecondo.”

Citazioni tratte dal romanzo, pubblicate sui miei profili Facebook e Instagram 

Precedente LA FOTOGRAFA DEGLI SPIRITI di Desy Icardi Successivo SONATA A KREUTZER di Lev Tolstoj