AMIGDALA di Claudio Spinosa

Copertina flessibile

Editore: Youcanprint (23 febbraio 2018)

Lingua: Italiano

Pagine: 104

ISBN-13: 978-8827812785

 

Questa recensione mi è stata direttamente proposta dall’autore del libro che mi ha contattata attraverso le pagine social del blog. A suo rischio e pericolo ha accettato di sottoporre i suoi scritti al mio giudizio, benché sia stata sincera sul fatto che non mi fosse ancora mai capitato di farlo con un libro di poesie.

Amo le sfide e quindi questa nuova esperienza non ha fatto altro che incentivarmi e spronarmi verso l’ignoto!

Avrei potuto tartassarlo di domande, ma ho deciso che mi sarei comportata come qualunque lettore che decide di leggere il suo libro. Senza conoscere nulla del poeta e del suo vissuto, senza cioè farmi assolutamente influenzare da niente. Di solito lo preferisco, rende tutto più spontaneo.

Mi piace la poesia, ma ne “sorseggio” piccole dosi, come si fa con una medicina, una medicina dell’anima. La leggo, chiudo il libro e se è possibile chiudo gli occhi e “l’assaporo”. Non è un romanzo, non tutto quello che si vuol dire viene scritto, la poesia contiene molti “non detti” che vanno codificati…

Senza dilungarmi in queste mie pratiche, ricevuto il libro ho subito notato il titolo, “AMIGDALA”, immediatamente, per forma mentis o semplicemente per abitudine, ho collegato questo titolo alle pietre scolpite usate dagli uomini primitivi come utensili. Che ci posso fare? L’archeologia rimane ancora il mio primo pensiero!

Riflettendo, poi, soprattutto col procedere della lettura delle poesie, ho compreso che molto probabilmente l’autore ha dato un altro senso al titolo. Suppongo che il poeta si riferisse, invece, a quell’area del cervello che giudica la valenza emotiva, l’archivio della nostra memoria emozionale. E sulle emozioni umane che Spinosa si sofferma, la sola lettura dei titoli delle poesie lo conferma.

Sin dalle prime poesie ho compreso di trovarmi difronte a versi differenti rispetto a quelli letti in precedenza. Una poesia estremamente ermetica che, però nell’arco di pochi versi, con poche parole riesce ad aprire una finestra sul mondo appena descritto. A volte da un verso all’altro vira bruscamente e sembra cambiare totalmente soggetto, solo una profonda lettura ti fa comprendere il vero senso della poesia, tutto il mondo racchiuso in essa.

È questa la vera bravura di Claudio Spinosa, ogni sua poesia seppur breve è ricca di metafore, di simbolismi e riesci a carpire e a condividere lo stato d’animo di chi l’ha scritta. Riesce a farti immergere completamente nei reconditi recessi del suo “io”. Percepisci ogni suo verso, ogni sua parola e t’immedesimi nel suo sentire, che talvolta può diventare il tuo sentire.

Ciò che poi mi ha stupita è che riesce a rendere con immagini semplici forti suggestioni e sentimenti. C’è dietro a tutto ciò sicuramente un grande lavoro di ricerca interiore, di sintesi di pensiero e costante revisione della composizione; non è certamente uno di quegli pseudo-poeti che buttano su carta due versi.

“La sensibilità non è donna,

la sensibilità è umana.

Quando la trovi in un uomo

Diventa poesia”

lo scriveva Alda Merini e a mio parere calza a pennello in questa situazione. Claudio Spinosa non lo conosco personalmente, ma attraverso la lettura delle sue poesie lo immagino un uomo sensibile, carezzato dal favore delle Muse.

Gli sono grata per avermi offerto la possibilità di leggere uno dei suoi libri di poesie e poterne parlare in questo blog.

È stato estremamente difficile scegliere i pochi versi che in questa settimana ho pubblicato sui profili social de La Bibliatra ed ancora più difficile optare tra una  delle poesie da regalarvi a completamento di questa mia recensione!

Ho preferito questa, ma vi consiglio di leggere tutto il suo libro.

 

UN MOMENTO

Reduce da un passato

che ci ha insegnato

come i giorni sono fiori

appassiti dal tempo.

La gioia del momento

Un sorriso

adagiato nel mio mento

È la vita che si celebra

sui balconi fioriti

poco distanti dal mare

irrazionale dello sguardo.

 

 

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