IL GIOVANE HOLDEN di J. D. Saliger

Traduttore: Matteo Colombo

Editore: Einaudi

Collana: Super ET

Edizione: 1

Anno edizione: 2014

Formato: Tascabile

In commercio dal: 6 maggio 2014

Pagine: 251 p., Brossura

EAN: 9788806218188

Ho letto questo romanzo per la prima volta in piena età adolescenziale, non lo rammentavo moltissimo, ma ricordavo che mi era piaciuto tanto e per citare lo stesso era uno di

“Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso, però.”

Avevo il timore che la rilettura in età adulta avrebbe potuto scemare quell’idillio instauratosi con il romanzo. All’inizio, in effetti, leggevo e pensavo: “cosa mi sarà piaciuto di questo libro?” Accade spesso, ma non questa volta. Rientrata nuovamente nel meccanismo del racconto sono riuscita a comprendere le mie sensazioni e le mie emozioni adolescenziali.

Il sedicenne Holden Caulfield viene, per la quarta volta, espulso da scuola e decide di non tornare subito a casa e trascorre un fine settimana vagando per New York e incontrando gente di tutti i tipi. Questa sarà per lui anche l’occasione di fare un lungo ‘viaggio’ introspettivo che ci permetterà di conoscerlo meglio.

Sebbene nell’incipit afferma che

“Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca,”

al termine del romanzo sapremo di lui molto di più di ciò che aveva dichiarato.

Salinger, con una scrittura brusca e diretta fa parlare in prima persona il protagonista, adoperandone quindi il linguaggio, rendendo credibile e comprensibile il flusso di pensieri dell’adolescente apparentemente sbruffone e antipatico, ma estremamente sensibile e impaurito. Cinico e ironico soprattutto nei confronti degli adulti, tutti lo deludono e tutto lo annoia, dice di odiare tutto e soprattutto non sopporta la perfezione e lo ripeterà più volte

“Se uno è troppo bravo a fare una cosa, finisce che dopo un po’, se non ci sta attento, si mette a calcare la mano. E allora non è più tanto bravo.”

Leggere questo romanzo ti fa tornare indietro con gli anni e t’immedesimi nella ribellione giovanile (che chiariamoci, a me non è del tutto scomparsa, fortunatamente!), nell’insoddisfazione tipica dell’età di passaggio, quando si è nel limbo tra la fanciullezza e l’età adulta, con la consapevolezza di non voler diventare come gli adulti che ci circondano.

Il discorso che il professor Antolini  fa ad Holden è, poi, la parte che in questa rilettura forse mi è piaciuta di più. In essa, a mio parere, è presente la voce dell’autore da adulto. Percepito dal protagonista come una sorta di ramanzina è ciò che in realtà ha bisogno di sentirsi dire ognuno di noi (non solo i giovanissimi!), quando si trova ad affrontare un momento di difficoltà.

“Il capitombolo che secondo me ti stai preparando a fare…è un tipo speciale di capitombolo, orribile. A chi precipita non è permesso di accorgersi né di sentirsi quando tocca il fondo. Continua soltanto a precipitare giù. Questa bella combinazione è destinata agli uomini che, in un momento o nell’altro della loro vita, hanno cercato qualcosa che il loro ambiente non poteva dargli. O che loro pensavano che il loro ambiente non potesse dargli. Sicché hanno smesso di cercare. Hanno smesso prima ancora di avere veramente cominciato. […]

Tra l’altro scoprirai di non essere il primo che il comportamento degli uomini abbia sconcertato, impaurito e perfino nauseato. Non sei affatto solo a questo traguardo, e saperlo ti servirà d’incitamento e di stimolante. Molti, moltissimi uomini si sono sentiti moralmente e spiritualmente turbati come te adesso. Per fortuna alcuni hanno messo nero su bianco quei loro turbamenti. Imparerai da loro…se vuoi. Proprio come un giorno, se tu avrai qualcosa da dare, altri impareranno da te. È una bella intesa di reciprocità. E non è istruzione. È storia. È poesia.”

In conclusione, un bellissimo romanzo, uno di quei libri da possedere nella propria biblioteca privata, da leggere e rileggere…

“Non raccontate mai niente a nessuno. Se lo fate, finisce che sentite la mancanza di tutti.”

 

 

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