FEDELTÁ di Marco Missiroli

Editore: Einaudi

Collana: Supercoralli

Anno edizione: 2019

In commercio dal: 12 febbraio 2019

Pagine: 232 p., Rilegato

EAN: 9788806240172

La fantasia del tradimento è essa stessa un tradimento? Quante volte ci siamo posti questa domanda? Avete mai trovato risposta?

La prima parte di questo romanzo, a mio parere, ruota attorno a questo dubbio amletico, senza però dare una reale risposta.

Margherita e Carlo. Si sono conosciuti ad una cena organizzata dalla sorella di lui. La convivenza prima, poi il matrimonio.

Entrambi amanti dei libri e della letteratura; Margherita è architetto, proprietaria di un’agenzia immobiliare ed ha quasi un’ossessione per la Némirovsky, (che condivido!), porta sempre in borsa un suo libro. quante di noi si sono identificate in lei per questo?

Carlo è l’uomo dei nostri tempi, scrive brochure di viaggi, collabora con una rivista ed insegna letteratura ad un master universitario, nell’attesa di avere l’ispirazione per scrivere un romanzo.

Appartiene alla borghesia milanese, che però disprezza, ha un rapporto conflittuale con i genitori, anche se alla fine non disdegna da loro un supporto economico mensile e la raccomandazione per l’insegnamento al master. Un personaggio che solitamente risulterebbe antipatico, ma che l’autore è riuscito a rendere così umano e fragile che alla fine se ne ha simpatia.

Fa da sfondo la città di Milano, che grazie alle molteplici descrizioni di Missiroli oggi mi appare un po’ più bella.

Il romanzo inizia quando quello che loro chiamano il malinteso è appena accaduto e forse incrina il rapporto. Carlo è stato sorpreso in bagno con una giovane studentessa, Sonia. Ma è un equivoco, dicono, lei si è sentita male e lui l’ha soccorsa. Margherita afferma di credere al marito, ma qualche piccolo tarlo inizia a scavare la superficie e comincia ad insinuarsi il dubbio nella sua testa. Conosce un aitante fisioterapista, Andrea, che l’attrae fisicamente e su cui inizia a fantasticare.

Le storie della coppia s’intrecciano quindi a quella di questi altri due personaggi, Sonia e Andrea  che non si conoscono e che l’autore fa incrociare una volta in un parco.  Due persone complesse e un po’ incasinate.

Su tutti incombe la presenza di quella che potrebbe essere definita la ‘guida spirituale’ della coppia, Anna, la mamma di Margherita, un personaggio altamente positivo, eletta la confidente di entrambi e che, senza essere invadente, sarà la loro bussola nei momenti di ‘foschia’.

“<<Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna si cela un Eden dove non esistono né morti né guerre, dove le fiere e le cerbiatte giocano insieme in pace. Si tratta solo di ritrovare questo Paradiso>>: sua suocera gli aveva lasciato il romanzo di Némirovsky con un segnalibro di stoffa in quella pagina, le fiere e le cerbiatte insieme, si tratta solo di ritrovare questo paradiso.”

“- Ha intuito tutta la storia.

– Ha intuito che devi passare di lì.

– È uno sbaglio.

– La parola sbagliare ha molti significati nascosti”

Nella seconda parte del libro ritroviamo gli stessi personaggi dopo qualche anno, hanno acquistato la casa di cui si erano infatuati, anche se cara, ed hanno un figlio. Conosceremo anche i retroscena delle vicende avvenute nella prima parte. Non aggiungerò nulla della trama, ma vorrei soffermarmi, invece su altro.

Cosa significa “Fedeltà”? E il tradimento è realmente il suo opposto? Tradimento a chi? A cosa?

Marco Missiroli è in verità molto bravo a descrivere la personalità e la psicologia dei suoi personaggi. Riusciamo a seguirli passo dopo passo nel loro evolversi, riuscendo talvolta a carpire anche ciò che non è esplicitamente detto.

Ad una prima lettura, chiamiamola più superficiale, più letterale, possiamo vedere cosa succede se si dà o no ascolto ai propri desideri, alle proprie voglie.

A volte non soddisfare i propri appetiti può risultare ancora più deleterio che cedere ad essi. Missiroli lo fa pensare a Margherita, quando, a pagina 150 parla del romanzo di Leonard Michaels

“<<Sylvia>>, il romanzo di un’ossessione.”

Non proseguo con la citazione perché rivelerebbe troppi particolari della trama, ma vi invito a leggerla e rifletterci su.

Ma bisogna però anche non sottovalutare quello che per me è il vero significato di questo romanzo,

“Con lui aveva intuito che l’infedeltà poteva significare fedeltà verso se stessa.”

Quante volte siamo fedeli alla volontà altrui, tradendo noi stessi, il nostro essere? Non solo in amore, quello alla fine dei conti potrebbe essere relativo, ma a tutta la nostra vita, al quotidiano.

Importante chiave di lettura! Oggi spesso siamo costretti a ‘tradirci’, a non rimanere fedeli al nostro io e Missiroli lo sa e ce lo dice, ce lo fa notare. Sono contenta che questo romanzo abbia vinto il premio Strega giovani, mi auguro che sia piaciuto alle nuove generazioni proprio per tale motivo e che ne facciano tesoro…

Un romanzo complicato quindi, ma nello stesso tempo con una scrittura semplice, chiara e coinvolgente. Ho apprezzato molto quando, nel passaggio dalla storia di un personaggio all’altro riprende la stessa situazione, gli stessi gesti.

Il cambiamento di scenario diventa così graduale, senza soluzione di continuità, non interrompendo la narrazione, come ad esempio questo spostamento da Sonia a Margherita:

“Il padre chinò la testa, lei aveva imparato a stanargli la contentezza nelle mani, le rattrappiva una nell’altra.

Margherita vide lo stesso gesto in Anna, giorni dopo l’operazione, appena le comunicò che l’avrebbero dimessa dall’ospedale.”

Vorrei, infine, spendere due parole a favore delle molteplici citazioni letterarie presenti nel romanzo.

In uno dei commenti sulla mia pagina Instagram, sotto una delle citazioni tratte dal romanzo, qualcuno ha scritto:

“Non è male, ma per me si sente troppo lo sforzo di fare il ‘bravo scrittore contemporaneo’…citazione di Irène Némirovsky se la poteva risparmiare: sciatta e ruffiana”

Bene, confermo ciò che ho risposto a questo commento, il romanzo è sì ricco di citazioni letterarie che, a mio parere, servono a delineare meglio il carattere e la psicologia dei personaggi. Ed aggiungo oggi, a romanzo terminato, che ben vengano citazioni di questa natura, sono un ulteriore incentivo ad ampliare gli orizzonti delle nostre letture.

Vi lascio, infine, con una delle frasi del romanzo che a me ha commosso tantissimo, probabilmente perché ha risvegliato dolorosi ricordi:

Cristina lo raggiunse con le pale e lo aiutò a sostenere il muso, insieme continuarono fino a una radura con un noce e un canale secco per l’irrigazione. La notte era debole e i lampioni e la luna davano i profili alle cose. Impiegarono più di un’ora per trovare la profondità, lui scavava con il braccio maldestro che spingeva storto. Adagiò César e insieme fecero in modo che la testa guardasse verso le cascine. Lei lo accarezzava, anche lui lo accarezzò, gli premette le dita dove era stato ferito. Lo coprì con cura. Appiattirono la terra con il dorso delle pale e lui tornò subito nella cascina.”

 

 

 

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