VECCHI AMICI E NUOVI AMORI di Sybil G. Brinton

Traduttore: C. Caporicci

Curatore: V. Mastroianni, L. Ricci

Editore: Jo March

Collana: Atlantide

Anno edizione: 2013

In commercio dal: 26 settembre 2013

Pagine: Brossura

EAN: 9788890607639

 

“Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quello che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.”

JEROME DAVID SALINGER, “Il giovane Holden”.

 

Quante volte, terminando un bel libro, abbiamo avuto la sensazione di aver perso degli amici?

Chi dopo aver chiuso “Orgoglio e pregiudizio” oppure “Persuasione”, o gli altri romanzi della stessa autrice, non si è immaginato il seguito delle vicende dei protagonisti?

Questo romanzo è stato scelto come libro del mese del mio club di lettura proprio per questo motivo, sentivamo l’esigenza di “riallacciare i rapporti con il nostro primo amore”. Durante il primo anno dalla costituzione del club, infatti, abbiamo letto i sei romanzi cosiddetti canonici della Austen e, quindi, a distanza di due anni,  abbiamo deciso di “esplorare” il vasto mondo dei sequel che da questi sono derivati.

La scelta, da me caldeggiata, è caduta su questo romanzo, ritenuto il primo dei derivati, come spiega mirabilmente  Giuseppe Ierolli nell’introduzione. L’unico, inoltre, dove si ritrovano i principali protagonisti dei romanzi di Jane Austen.

Nella biografia “Ricordo di Jane Austen”, il nipote James Edward Austen-Leigh narra che la zia, spesso, su richiesta di familiari e amici intimi, illustrava le nuove vicende dei personaggi dei suoi romanzi. Fortunati!!!

Da ciò ha preso spunto Sybil G. Brinton, la scrittrice di questo romanzo, lo dice lei stessa nella prefazione al suo libro, pubblicato nel 1913. E scrive ancora:

“La difficoltà, così come la presunzione, di una tale impresa, sono egualmente evidenti; ma il fascino del soggetto deve valermi da scusa verso coloro che, come me, <<devono a Jane Austen alcune tra le ore più liete delle proprie vite>>”.

“Un immaginario seguito dei romanzi di Jane Austen”, recita il sottotitolo del romanzo, ed infatti, a differenza di altri sequel austeniani, qui ritroviamo parecchi personaggi dei romanzi della Austen, soprattutto di “Mansfield Park” ed “Orgoglio e pregiudizio”.

La bravura della Brinton, infatti, a mio parere sta proprio nel “resuscitare” insieme tutti i personaggi dei romanzi di “zia Jane” ed inserirli in un unico racconto, intrecciando trama e personaggi ed intessendo tra loro rapporti di vario tipo, tanto da riuscire perfettamente ad includerli senza che il risultato appaia artefatto.

Protagoniste, però, di questo seguito della vicenda, non sono più Elisabeth, Jane, Anne, Elionor, Fanny o Emma, ma altre giovani e nubili donne che nei romanzi canonici erano più o meno personaggi marginali: Georgiana Darcy, Mary Crawford e Kitty Bennet.

Il romanzo narra, nel rispetto della tradizione austeniana, delle vicissitudini che queste fanciulle devono affrontare e superare per “accalappiare” l’uomo di cui sono innamorate. D’altronde non dimentichiamo il più famoso incipit della Austen, quello di “Orgoglio e pregiudizio”:

“È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo provvisto di un ingente patrimonio debba essere in cerca di moglie. Per quanto al suo primo apparire nel vicinato si sappia ben poco dei sentimenti e delle opinioni di quest’uomo, tale verità è così radicata nella mente delle famiglie dei dintorni, da considerarlo legittima proprietà dell’una o dell’altra delle loro figlie.”

In verità, è altrettanto significativo ed energico l’incipit del romanzo della Brinton, scritto sulla falsa riga di quelli a cui si è ispirata:

“C’è una caratteristica propria di quasi ogni coppia felicemente sposata – ovvero il desiderio di vedere matrimoni altrettanto felici tra i propri giovani amici; e in alcuni casi, laddove questo desiderio è forte e le circostanze appaiono favorevoli alla buona riuscita dei loro sforzi, accade che essi si imbarchino nella pericolosa ma piacevolissima impresa di aiutare quelle persone ancora incerte, a prendere una decisone a riguardo a questo passo così importante della vita, e fatto ciò, si prodighino a rimuovere ogni ostacolo affinché questa decisione possa celermente tradursi in azione.”

Bella, no?

Un errore che però non bisogna assolutamente fare è pensare di ritrovare nei derivati della Austen la stessa scrittura, la stessa ironia e lo stesso stile della scrittrice. Jane Austen aveva una forma espressiva tutta sua, particolare, che non potrà mai essere eguagliata. Ma lo stile della Brinton, seppur differente, non è male. L’unica pecca che ho trovato è stata la scarsa presenza di dialoghi che, invece, abbondano in “zia Jane”. Ecco che però ci sono cascata anch’io!!!

La trama e l’ambientazione del romanzo è perfettamente quella che ci si aspetta da un sequel dei romanzi della Austen. Molti dei suoi personaggi sono fedeli a come ce li ha descritti lei. Emma è la solita impicciona che cerca di combinare matrimoni, creando, come al solito, aspettative sbagliate. Anche la mia preferita, Elisabeth Bennet ora Mrs. Darcy, diventa un po’ intrigante (del resto buon sangue non mente! Non ci dimentichiamo la madre!!!) e cerca di aiutare amiche e parenti nubili, ma decisamente con un tatto ed un successo maggiori, rispetto a Mrs. Emma Knightley, sotto l’occhio benevolmente ironico del marito, Mr. Darcy, che, perdonatemi, ma per me avrà sempre le fattezze di quel “figaccione” di Colin Firth, nella versione di “Orgoglio e Pregiudizio” della BBC del 1995, la mia preferita.

“So bene che siete sempre pronta ad affrontare sforzi titanici nell’interesse dei vostri amici, mia cara, ma quando un uomo è stato rifiutato con tanta decisione, guarire la ferita è una faccenda molto delicata.”

Altro personaggio a cui sono affezionata e che appare poco, ma resta sempre lo stesso anche in questa versione, è Mr. Bennet, ve ne do un semplice assaggio:

“ Fatemi sapere quando sarà il tempo di augurarvi ogni felicità, Mr.[…], e io lo farò, ma la vita è tanto incerta che penso farò meglio a trattenermi per il momento. Vi siete accertato che Kitty sappia cucinare, cucirsi gli abiti da sola, e tagliarsi i capelli? Mi sembra di capire che è un grande aiuto per la felicità matrimoniale che la moglie sappia farlo, e io non sono certo che tutte le mie ragazze abbiano fatto tesoro della loro educazione fino a questo punto.”

È presente, invece, in “Vecchi amici e nuovi amori” una riabilitazione del personaggio di Mary Crawford. In Mansfield Park era una vera stronza, altezzosa ed intrigante e soprattutto con una moralità che lasciava un po’ a desiderare. Qui un pochino supponente rimane, ma, nello stesso tempo è diventata più umile e malleabile, che riesce anche a dire:

“E quasi sorprendendosi di se stessa, lei si sentì affermare veementemente che la città poteva essere il luogo adatto per farsi nuovi amici, ma che la campagna era il posto per godere della loro compagnia.”

Non mi è stata mai simpatica e, sinceramente, non mi va giù per niente che la Brinton, non solo l’abbia riabilitata, ma le abbia addirittura “donato” un futuro sposo decisamente troppo buono, onesto e generoso per lei. Volete sapere di chi si tratta? Non vi resta che leggere il romanzo, l’ho trovato molto carino e simpatico, ben costruito, una lettura semplice e piacevole. D’altronde bisogna ricordare che è un’edizione Jo March, per quanto mi riguarda, una garanzia di qualità sotto ogni punto di vista, non ultima la traduzione, fedele all’originale, ma anche alla tradizione italiana delle opere austeniane.

1“E sebbene egli non avesse atteso con impazienza quella serata, si sorprese a scoprire quanto, con Elisabeth al suo fianco, potesse godere tanto del proprio piacere nell’intrattenere gli ospiti.”

 

2“Io penso che la derisione possa essere più dura da sopportare se proviene dai nostri amici, piuttosto che da un estraneo, semplicemente perché uno sente che da loro dovrebbero sapere bene cosa possa risultare più doloroso – se è una derisione che arreca dispiacere; ma d’altra parte, uno può anche essere sicuro che un VERO AMICO non direbbe mai niente del genere intenzionalmente.”

 

 

 

 

Precedente IL COMPIMENTO È LA PIOGGIA di Giorgia Lepore Successivo FURONO BACI E FURONO SORRISI. Dieci anni di Fabrizio De André di Fulvio Frezza

2 commenti su “VECCHI AMICI E NUOVI AMORI di Sybil G. Brinton

  1. Ho appena acquistato questo libro e la tua bella recensione mi ha fatto venire una gran voglia di leggerlo. Trovo che i libri editi da Jo March siano interessanti e molto curate.

    • labibliatra il said:

      La casa editrice Jo March ha una cura particolare nella scelta dei libri da pubblicare e soprattutto sceglie con cura i traduttori.
      Mi piacerebbe che al termine della tua lettura mi dicessi se concordi o no con la mia recensione!
      grazie

I commenti sono chiusi.