AMORE di Elisabeth von Arnim

 

Traduttore: Ilaria Dagnini Brey

Editore: Bollati Boringhieri

Collana: Varianti

Anno edizione: 2018

In commercio dal: 7 giugno 2018

Pagine: 331 p., Brossura

EAN: 9788833931012

 

Inghilterra, anni ’20 del Novecento. Catherine Cumfrit è una vedova quarantasettenne, il marito ha stabilito di lasciarle in eredità solo un piccolo appannaggio e la casa di Londra, ad  Hertford Street, che a lui serviva da pied-à-terre per soggiornarvi quando lavorava in città. Questo per evitare che la moglie potesse essere preda di cacciatori d’eredità. La villa in campagna, in cui avevano vissuto e il resto dei beni, invece, li ha ereditati la loro figlia, Virginia. Diciannovenne, sposata da pochi mesi con un parroco molto più grande di lei e di tre anni più grande della madre.

Dopo il matrimonio della figlia Catherine si è quindi trasferita nella sua casa di Londra, dove vive con l’unica domestica che le sue esigue finanze possono permettersi. A questa nuova vita ci si adatta benissimo, respirando, forse per la prima volta, aria di libertà.

Uno dei pochi lussi che si concede è il teatro, in una delle molteplici repliche de “L’ora immortale” a cui assiste , incontra Christopher, un altro patito della commedia.

“La prima volta che si videro, senza esserne consapevoli perché ancora non si conoscevano, fu a una replica dell’Ora immortale, allora in cartellone davanti a platee semivuote a King’s Cross; ma ci andavano entrambi così spesso e ogni spettatore era così riconoscibile nel mare di posti vuoti, che la familiarità instauratasi tra quei pochi fedelissimi li portava a sorridersi e a farsi cenni con la testa. Accadde anche a Christopher e Catherine.”

Replica dopo replica il rapporto tra i due diventerà sempre più intimo.

Diventarono amici e Christopher si convinse di non avere mai visto un sorriso così dolce o sentito una voce che somigliasse anche remotamente a quel suo buffo, leggero tubare di colomba.”

Christopher un attraente venticinquenne, impulsivo, passionale, istintivo e fortemente vivace.

“Quanti anni poteva avere? Venticinque o ventisei, non di più, ne era sicura. Che cosa meravigliosa la gioventù, così irruente, generosa e sincera nelle passioni e nelle convinzioni. Era di corporatura grande e un po’ dinoccolata, lentigginoso e coi capelli del colore del fuoco; i polsi rossi e magri sbucavano di un bel pezzo dalla giacca quando, durante la scena d’amore, si stringeva la testa tra le mani, sempre più forte nel crescente trasporto. Aveva occhi profondi, una bella fronte ampia e una bocca grande e gentile; irradiava giovinezza, coi suoi scontenti, le sue rabbie improvvise e gli ancor più improvvisi entusiasmi.”

Lui s’innamora di Catherine che, pur non ricambiando, si sente lusingata da questo giovane uomo, che la diverte e la fa sentire più sbarazzina.

“Nella semioscurità del taxi lei gli appariva proprio una donna di sogno, quel sogno avvolgente, caldo, delizioso che i poveri diavoli solitari come lui cullavano da sempre, abbracciando tristemente il cuscino.”

Catherine è fortemente consapevole della differenza d’età e delle convenzioni, sente che dovrebbe scoraggiare il suo serrato corteggiamento, ma ne è lusingata e non riesce a farlo. Fino a quando una sera lui la bacia e:

“Trasecolata, allibita, Catherine, col capo coperto di baci, fu addirittura sopraffatta dallo sgomento nell’accorgersi che… no, non era possibile, non poteva essere che lei… che si sentisse pervasa, oltre che dall’orrore, da una sensazione non del tutto spiacevole… Impossibile, impossibile…

«Lasciami andare» disse affannosamente da dentro il cappotto. «Lasciami…»

Per tutta risposta lui le prese la testa tra le mani, la rovesciò all’indietro e la baciò. La baciò davvero, appassionatamente, sulla bocca, come nessuno mai l’aveva baciata prima d’allora.”

Spaventata dalla sua stessa reazione Catherine scappa via, rifugiandosi a Chickover, dalla figlia e dal genero. Qui ben presto si rende conto di non essere gradita se non per un breve soggiorno, evidenti infatti sono i segnali d’insofferenza dei nuovi padroni di casa. Ha già deciso di partire, quando viene raggiunta da Christopher, che la riaccompagna a Londra a bordo del suo sidecar, suscitando l’indignazione e l’irritazione degli abitanti di Chickover.

I due si godono il viaggio

“Presero il tè a Salisbury, visitarono la cattedrale, discussero infervorati di Giuda l’oscuro, il più sfortunato tra gli uomini, e di lì fu naturale affrontare il tema della morte e della catastrofe, il tutto in grande allegria. Erano infatti dell’umore esattamente opposto a quello elogiato per la sua dolcezza dal poeta, e anzi le tristi riflessioni evocate da Sarum Close suscitarono in loro gradevoli pensieri.”

Christopher però dimentica di fare rifornimento e restano in panne, costretti a trascorrere la notte addiaccio. Questa loro “avventura” suscita le ire di Stephen, il genero di Catherine, che intima loro di sposarsi, per porre rimedio al loro ‘scandaloso’ comportamento.

I due alla fine decidono di convolare a nozze e la seconda parte del romanzo si apre proprio con il racconto della luna di miele, che trascorrono in un villino sul mare. Sebbene siano momenti felici, nel giro di pochi giorni, Catherine subisce una notevole trasformazione. Il periodo di corteggiamento le aveva donato forza vitale e giovinezza, mentre ora si sente sempre stanca e guardandosi allo specchio vede riflessa una donna spossata ed invecchiata. Il colpo di grazia, poi, le arriva allorquando, mentre passeggia con altri turisti presenti sull’isola, viene erroneamente scambiata per la zia del marito.

“Suo nipote. Dunque questo sembrava Christopher agli occhi imparziali di un estraneo. Fu più di uno choc per Catherine; le parve che il cuore le si arrestasse. Quale sorpresa, quale umiliante sorpresa negli occhi del suo interlocutore, e quale disagio lei stessa aveva provato nel dire la verità…”

Di qui il romanzo inizia la sua parabola discendente. Questa seconda parte è tutta incentrata sulle ansie e le angosce ed i suoi tentativi di apparire più giovane. I suoi esperimenti risultano essere veramente pietosi e patetici, ma estremamente veritieri.

Com’è difficile, pensava Catherine con gli occhi sbarrati, ora dopo ora, conservare la bellezza se si è tormentati dalla paura che il proprio innamorato, da cui dipende tutta la nostra felicità, si accorga d’improvviso che non siamo affatto belli, ma vecchi, vecchi. Era come vedersi costretta a correre una gara superiore alle sue forze e sentirsi col fiato corto fin dalla partenza.”

Non racconterò oltre, ma vi dico solo che il finale è terribilmente inaspettato.

Il romanzo, come è spiegato nella postfazione, contiene elementi autobiografici, l’autrice, infatti, ebbe una storia con un uomo trent’anni più giovane di lei e alcuni avvenimenti narrati sono realmente accaduti, quello, ad esempio, di essere scambiata per la zia del suo amante.

È uno spaccato della società del tempo, piena delle sue contraddizioni, dove è normale un matrimonio tra un uomo anziano e una giovane donna, ma è scandaloso se è la donna ad essere più grande dell’uomo. Dove una donna giovanile e bella, poiché vedova e madre di una figlia adulta, non può permettersi di ricrearsi una vita, ma deve rimanere ancorata agli stereotipi convenzionali che la vogliono sola, intristita e solidamente legata al ricordo del marito defunto e imbrigliata nelle maglie familiari, che la consuetudine lega al ruolo di madre e nonna.

Un bel romanzo, scorrevole e ben scritto, che contiene una molteplicità di tematiche su cui poter riflettere, tra cui “l’amore” che dà il titolo all’opera, in tutte le sue numerose sfaccettature.

“E quel che vide nella sua nuova e strana lucidità, in una luce spietata eppure consolatoria, fu che l’amore deve imparare a dare; che l’amore, quando è vero, è anche generoso, non chiede nulla e lascia liberi, è contento di amare senza essere riamato. Capì che, nel minuscolo istante chiamato vita, solo la bontà ha valore. Essere buoni, non occorre altro. E che la gente disquisisse pure sul preciso significato della parola: in cuor proprio tutti sapevano, come lo sapeva Catherine, che cos’era la bontà.”

Frasi tratte dal romanzo, pubblicate sui miei profili Facebook e Instagram

 

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